
FARMACI FAI DATE
Quali sono i pericoli dell’autoprescrizione di medicine.
Per auto prescrizione di farmaci, si intende l’uso di decidere autonomamente, a fronte di un malessere, di assumere farmaci senza controllo medico.
La facilità di accesso all’informazione – non sempre di qualità, il passa parola, la pubblicità che può indurre a considerare il farmaco un bene di consumo come gli altri, la semplicità con cui è possibile acquistare farmaci on line magari a prezzi convenienti, sono fattori che sicuramente favoriscono un comportamento solo apparentemente banale, ma scorretto e di fatto pericoloso per la sicurezza stessa del paziente. Farmaci e terapie vanno sempre prescritti dal medico e verificati insieme al paziente, ma mai autogestiti.
Si rischia innanzi tutto di fare un uso inappropriato del farmaco, ovvero di assumere un farmaco che può essere inefficace o provocare effetti collaterali anche gravi. Non solo, l’autoprescrizione – e quindi la mancanza informazioni corrette sulle modalità di assunzione, espone chi lo assume anche ai rischi di sotto dosaggio – che renderebbe la terapia inefficace, o di sovradosaggio che potrebbe comportare un serio pregiudizio per la salute del paziente e per l’efficacia della terapia. Il beneficio della maggioranza dei farmaci efficaci a disposizione della medicina, infatti, dipende anche dal comportamento del paziente nel seguire in modo corretto le indicazioni del medico in merito alla terapia (aderenza terapeutica): dosaggio e modalità di assunzione del farmaco (posologia) possono determinare il grado di efficacia di una cura.
E’ il quindi il medico che attraverso un’accurata anamnesi (raccolta particolareggiata di tutte le informazioni che riguardano il paziente), tenendo presente eventuali terapie già in essere, e valutando le possibili interazioni tra farmaci, può prescrivere il trattamento farmacologico più adatto al suo paziente.
Del resto il concetto che l’effetto dei farmaci può variare in relazione al paziente e alla sua storia clinica, era già noto agli antichi Greci che qualificavano un farmaco con l’aggettivo “buono” o “cattivo”, sottolineando il fatto che è l’uso per quel dato paziente e a fronte di una data patologia, a qualificare uno stesso farmaco in modo opposto. Anche Paracelso, medico e naturalista del 1500 e considerato il padre della tossicologia moderna, ammoniva su come la dose possa fare di uno stesso farmaco un rimedio oppure un veleno.
Se in generale l’autoprescrizione è un comportamento potenzialmente dannoso per la salute, vi sono alcune categorie di farmaci che se assunti in modo inappropriato, si possono rivelare particolarmente pericolosi.
Ad esempio gli antibiotici.
L’uso di farmaci antibiotici senza consultare il medico o in dosi diverse da quelle prescritte è uno dei fattori scatenanti l’antibiotico resistenza, un grave problema che mette a repentaglio la stessa sicurezza dei pazienti.
Con il termine antibiotico-resistenza si intende la capacità di un batterio di resistere ad un farmaco antibiotico. Questa capacità di resistenza può essere naturale, cioè propria del batterio o acquisita, cioè frutto della capacità del batterio di modificarsi adattandosi all’interazione con il farmaco.
Negli ultimi anni antibiotici che erano comunemente usati per curare infezioni batteriche, sono divenuti meno efficaci o non funzionano più, proprio a causa del loro uso scorretto: ogni batterio che sopravvive ad una certa cura antibiotica può diventare resistente alle cure successive, moltiplicarsi e trasferire la sua capacità di resistere agli antibiotici ad altri batteri.
La diminuzione dell’efficacia degli antibiotici esistenti, non è compensata dalla scoperta di nuove molecole e con l’aumento della resistenza diventerà sempre più difficile guarire dalle infezioni.
La portata del problema è enorme, in Europa muoiono circa 25.000 persone ogni anno a causa di infezioni da batteri antibiotico resistenti. (Fonte Issalute, informarsi, conoscere scegliere)
E’ bene tenere inoltre presente che tutti i farmaci, anche quelli che non richiedono la ricetta medica, interagiscono con il corpo e possono avere un effetto positivo o negativo: di fatto, quindi, anche il semplice uso di farmaci da banco, soprattutto se prolungato, può avere gravi conseguenze sulla salute e deve essere concordato con il proprio medico.
E se è pur vero che chiedere al medico di prescriverci alcuni farmaci può essere imbarazzante, i rischi a cui ci si espone con il fai da te farmacologico sono un danno ben peggiore. Come nel caso della famosa pillola blu, il cui uso inappropriato può causare effetti collaterali importanti come infarto, ictus, battito cardiaco irregolare, calo della vista (fino alla perdita totale), emorragie cerebrali o polmonari, pressione alta e morte improvvisa.
Ma vi sono anche altri farmaci che apparentemente innocui, possono causare seri problemi quando assunti senza controllo medico. Ad esempio l’uso indiscriminato e protratto di paracetamolo (il comune farmaco ad azione analgesica e antifebbrile) può causare pericolose emorragie nei pazienti affetti da ulcera gastrica, come pure l’uso di prodotti a base di Valeriana da parte di pazienti anziani bradicardici, può provocare il rallentamento del ritmo cardiaco fino all’arresto.
In realtà tutte le sostanze che hanno un’attività biologica agiscono sul nostro corpo e possono avere reazioni avverse. Senza contare le possibili interferenze con altri farmaci che eventualmente si assumono.
Attenzione dunque anche a integratori, vitamine e fitoterapici. Gli integratori, pur non essendo medicinali, contengono sostanze ad azione biologica (indispensabili per il nostro organismo e da integrare in caso di necessità) che, se assunte scorrettamente, possono affaticare fegato e reni, fino a danneggiarli anche in modo significativo se sovradosati. Inoltre alcune delle sostanze che contengono possono interferire con farmaci o con altre cure che stai facendo, rischiando di ridurre o rendere eccessivo l’effetto della terapia.
Anche le vitamine, sostanze indispensabili alla vita, possono diventare dannose per la salute se in eccesso. Come nel caso della vitamina D che fondamentale per la salute delle ossa, se sovradosata può provocarne l’indebolimento, come pure la calcificazione di tessuti molli o la formazione di calcoli; o delle vitamine C ed A che, se eccedenti rispetto alle esigenze dell’organismo, possono rispettivamente generare seri problemi ai reni e danni permanenti al fegato e milza.
Assolutamente da evitare anche l’autoprescrizione di rimedi fitoterapici: l’ingannevole convinzione che tutto ciò che è di origine naturale non può fare male, porta infatti molte persone a sottovalutarne gli effetti. Esattamente come i farmaci tradizionali, anche quelli “naturali” contengono principi attivi veri e propri che possono interferire con quelli di altri farmaci che si assumono o dare affetti collaterali. Vanno quindi presi sempre seguendo le indicazioni del medico o del farmacista, perché se usati male o in quantità eccessive, possono essere tossici e creare danni all’organismo. Cautela e responsabilità anche nell’impego dei medicinali omeopatici che, pur funzionano con modalità differenti dai farmaci tradizionali, necessitano comunque del parere di un professionista sanitario (medico o farmacista) per essere scelti.
C’è una particolare categoria di pazienti più sensibile e più esposta ai danni dell’autoprescrizione: i bambini.
I pediatri mettono in guardia sull’importanza di evitare “terapie improvvisate” sopra tutto con i più piccoli, proprio perché l’organismo dei bambini è diverso da quello degli adulti e risponde in modo diverso ai farmaci, con il rischio che non sia efficace, sia sopra dosato, dia reazioni non desiderate. Come differenti sono le risposte ai farmaci, anche se pediatrici, in relazione alla fase evolutiva dell’individuo: lattanti, bambini e adolescenti sono in fasi differenti della crescita e il loro metabolismo è diverso, e quindi è diverso anche il modo in cui il loro organismo assorbe e interagisce con il farmaco.
Come sottolinea anche l’Ordine medici della provincia di Forlì Cesena, “l’uso dei farmaci deve essere sempre governato dal pediatra e frutto di un’interazione del pediatra con la famiglia, in modo da evitare inappropriatezze e anche effetti collaterali.
C’è inoltre il rischio che si usino per i bambini farmaci destinati agli adulti che magari si trovano nei cassetti di casa, evento che può causare un maggior numero di eventi avversi perché il bambino ha peculiarità fisiologiche che spesso non consentono di utilizzare farmaci per adulti semplicemente riducendone le dosi”.
La cattiva abitudine di curarsi senza confrontarsi con il medico è purtroppo favorita anche dall’estrema facilità con cui è possibile acquistare farmaci on line. Se è vero che il mercato on line offre vantaggi e comodità di accesso, è anche vero che questa “facilità” può causare molti problemi ai consumatori meno informati. In Italia, infatti, si possono vendere on line solo i farmaci di fascia C (i cosiddetti farmaci da banco ) e solo sui siti autorizzati dal Ministero della Salute e controllati dalle autorità sanitarie.
Purtroppo però sul web sono numerosissimi i siti illegali che offrono di ogni tipo di farmaco: dall’antibiotico alla pillola per l’erezione, dalla sostanza che potenzia i muscoli alla pillola miracolosa per dimagrire in poco tempo.
Si tratta ovviamente di prodotti falsi o contraffatti che il più delle volte non contengono alcun principio attivo o sono addirittura tossici. Sempre che siano consegnati, perché spesso non arrivano mai a destinazione, o si rivelano truffe digitali per sottrarre denaro all’incauto acquirente.
Al di là dei rischi legati ai famarci “fake”, anche se scegliamo di acquistare farmaci da banco on line sui siti autorizzati, è comunque buona norma farsi consigliare dal proprio medico o farmacista sul tipo di medicinale o sostanza più adatta alle nostre esigenze e stato di salute. Eviteremo così di assumere farmaci che possono essere dannosi o, più semplicemente, di prendere sostanze di cui non abbiamo bisogno.
Si tratta generalmente di farmaci di automedicazione.
Tra i più venduti: antidolorifici, antinfiammatori, integratori, vitamine, fitofarmaci e integratori alimentari.
Tutti sicuramente utili ma, come abbiamo visto, da usare con attenzione e seguendo le indicazioni del medico o del farmacista per evitare spiacevoli conseguenze.
Forse no. In base al rapporto Osmed sull’uso dei medicinali presentato da Aifa (Agenzia italiana del farmaco) nel 2018 gli italiani hanno speso 29,1 miliardi di euro per i farmaci.
Se secondo la ricerca circa 22 risultano a carico dello Stato, significa che i restanti 7 milioni sono stati spesi privatamente dai cittadini. Pur ipotizzando che circa la metà sia stata acquistata dietro prescrizione medica, rimane importante la cifra (3,5 milioni di euro) destinata all’acquisto di farmaci in automedicazione, spesso effettuata senza il parere di un professionista sanitario.
Se a questo aggiungiamo che ogni anno vengono gettati 60 milioni di chili di farmaci (circa 1 chilo a persona) perché scaduti (40%) o per abbandono della terapia, lo spreco – che sia a carico dello Stato o del privato cittadino – è enorme.
L’autoprescrizione, e in particolare l’acquisto e l’uso non responsabile dei farmaci, non mette dunque solo a rischio la nostra salute ma danneggia anche l’economia, la società e l’ambiente.
Se non smaltiti correttamente, infatti, i residui dei farmaci possono contaminare le acque e l’ambiente circostante, con effetti per l’uomo che, nel lungo periodo, non sono ancora stati valutati.