
Le etichette alimentari: cosa sono, a cosa servono e come devono informare.
Che cos’è l’etichetta?
L’etichetta è la carta di identità di un prodotto e serve per conoscere le sue principali caratteristiche. È un vero e proprio “strumento di informazione” organizzato e studiato per consentirci di conoscerlo e di distinguerlo da un altro apparentemente uguale. Le informazioni che contiene, infatti, ci raccontano la “storia”, le caratteristiche e la composizione del prodotto (ad esempio di un alimento, nel caso delle etichette alimentari), e ci aiutano a fare una spesa intelligente che tuteli sia i nostri acquisti che la nostra salute.
Le etichette sono così importanti da essere regolamentate da una specifica normativa. La legge stabilisce cosa è obbligatorio comunicare e anche come deve essere fatto e appositi organi di vigilanza controllano che tutte le informazioni obbligatorie siano riportate, che siano leggibili (non siano scritte in caratteri minuscoli), in un linguaggio comprensibile (ad esempio se un alimento è commercializzato in Italia, non potranno mancare le informazioni in italiano) ma, soprattutto, che siano chiare e non diano informazioni ingannevoli o che possano essere fraintese.
Capita, infatti, che le etichette dei prodotti alimentari contengano alcune informazioni non vere, inesatte, che attribuiscono al prodotto caratteristiche o proprietà che in realtà non ha. Sono etichette “truccate”, intelligentemente studiate dal marketing aziendale per rendere i prodotti più interessanti. Delle quali troppo spesso ci fidiamo.
Si pensi ad esempio a quelle scritte, in grande evidenza sui pacchetti, che descrivono un prodotto come ricco di frutta o di grani di tipo diverso, oppure che ripotano la parola “artigianale” per suggerire l’idea che si tratti di un prodotto di qualità.
Sono spesso indicazioni per far credere che il prodotto sia più “sano” o più genuino ma non sempre sono vere perché a volte di frutta o fibra ne contengono poca o capita, che prodotti presentati come tradizionali o artigianali, contengano in realtà “coloranti e additivi industriali”

I “TRUCCHI” PIÙ DIFFUSI NELLE ETICHETTE ALIMENTARI
Le etichette riportano informazioni utili molte delle quali sono obbligatorie per legge; per descrivere meglio le caratteristiche/proprietà di un alimento il produttore può aggiungere altre informazioni come ad esempio che dei biscotti sono ricchi di fibra o una bibita è priva di zucchero. Queste indicazioni (vedi indicazioni nutrizionali e sulla salute nella parte di dedicata all’etichetta nutrizionale), anche se volontarie, sono regolate dalla legge e sull’etichetta potrà comparire ad esempio la scritta “ricco di fibre” solo se il prodotto contiene la percentuale di fibra prevista dalla normativa.
Sulle confezioni però troviamo spesso anche affermazioni come: naturale, tradizionale, artigianale, genuino, 100% italiano. In realtà queste scritte non hanno nessun significato purtroppo, infatti, per il momento non esiste una legge specifica che stabilisca i criteri per poter utilizzare queste diciture e che garantisca al consumatore di aver acquistato un prodotto migliore di un altro perché più sano, genuino o interamente italiano.
Vediamone insieme qualcuna:
naturale: è un termine molto generico che fa pensare ad un prodotto più sano e genuino perché, ad esempio, non contiene additivi o conservanti. Leggendo con attenzione l’etichetta, però, a volte ci si accorge che anche nel prodotto pubblicizzato come “naturale” non mancano aromi, addensanti, conservanti…
Ricordiamoci che il termine naturale per legge – può essere utilizzato correttamente solo per evidenziare una caratteristica dell’alimento (“naturalmente ricco di vitamina…” o “fonte naturale di omega3”) o se è riferito alle acque minerali (acqua minerale naturale); in tutti gli altri casi l’uso della parola naturale spesso è improprio e la cosa migliore è quella di verificare la “genuinità” dell’alimento controllando l’elenco degli ingredienti.
100% italiano: per legge l‘indicazione «100% made in Italy», «100% Italia» o «Tutto italiano» è riservata ai prodotti che, oltre ad essere prodotti in base alle specifiche normative, sono realizzati interamente in Italia. Ci sono prodotti che si propongono come italiani ma che possono vantare un solo ingrediente prodotto in Italia, e magari nemmeno il più importante. L’espressione “Confezionato in Italia” è altrettanto ingannevole poiché si riferisce solamente al confezionamento e non alla vera e propria produzione industriale.
artigianale: è un’altra affermazione che non sempre garantisce che il prodotto sia migliore di un altro o che provenga da un’impresa artigiana. Anche in questo caso il consiglio è quello di verificare la qualità degli ingredienti utilizzati: più facilmente un prodotto veramente artigianale conterrà un olio extravergine d’oliva o un formaggio IGP al posto di un olio di semi vari o di un generico “formaggio a pasta filata”.
tradizionale: in commercio esistono dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (PAT): sono raggruppati in un apposito elenco curato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali in collaborazione delle Regioni e riportano questo marchio
Per essere riconosciuti devono essere «ottenuti con metodi di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidati nel tempo, omogenei per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali, per un periodo non inferiore ai venticinque anni». Sono preparazioni che devono essere fatte seguendo determinate ricette e utilizzando particolari ingredienti che, difficilmente, troveremo in un minestrone o una piadina venduti come tradizionali ma prodotti in modo industriale.
Molte volte basta guardare con più attenzione le confezioni dei prodotti per accorgersi delle promesse spesso esagerate che vengono fatte. Non siete convinti? Aprite il vostro frigorifero, o la vostra dispensa, e osservate con occhi diversi quello che avete comprato: scoprirete un “mondo” nuovo.

Per iniziare
Prima di iniziare questo percorso è utile sapere che la maggior parte delle norme che regolamentano il settore agro-alimentare è stabilita dalla Comunità Europea che ha come obiettivo principale quello di trovare soluzioni sempre migliori per informare e tutelare la salute dei suoi cittadini. Per questo le normative sono in continua evoluzione e periodicamente vengono introdotte o sperimentate nuove leggi: negli ultimi anni ad esempio sono state inserite in etichetta importanti novità sulla leggibilità delle informazioni, su come deve essere indicata l’eventuale presenza di allergeni, e sulle proprietà nutrizionali del prodotto.
Cosa dice la legge sulle etichette alimentari?
Gli obblighi imposti sono molti e possono essere generali o riguardare determinati settori, come ad esempio – quello dei prodotti ittici(pesce) o biologici, e cambiano anche in base alla forma di commercializzazione dell’alimento: confezionato, sfuso, venduto a distanza, somministrato.
Per semplificare si può dire che, tanto è maggiore la possibilità di scelta da parte del consumatore, tanto maggiori dovranno essere le informazioni da riportare in etichetta per consentirgli un acquisto informato e consapevole. Così le informazioni riportate sui prodotti confezionati, ad esempio saranno più numerose e dettagliate di quelle relative ai prodotti somministrati, in cui è il ristoratore che ha il compito di informarsi e garantire la sicurezza dei prodotti che propone ai suoi clienti.
Per capire meglio il contenuto delle etichette e la ragione delle leggi che le regolamentano, lavoreremo sull’etichetta dei prodotti alimentari confezionati, proprio perché è quella che contiene il maggior numero di informazioni e che quindi ci può aiutare ad una loro migliore comprensione.
Ma cos’è davvero importante sapere?
Abbiamo detto che le informazioni obbligatorie da riportare sulle etichette alimentari sono molte e può sembrare perciò davvero complicato capire quali dobbiamo assolutamente leggere per poter fare una spesa più informata. In realtà è più semplice di quanto sembri. Possiamo riassumerle tutte in 9 punti:
LE PRINCIPALI INDICAZIONI OBBLIGATORIE PREVISTE DALLA LEGGE PER I PRODOTTI CONFEZIONATI
- Nome del prodotto (la denominazione dell’alimento)
- Ingredienti (l’elenco degli ingredienti, la presenza di sostanze che possano provocare allergie, la quantità di alcuni ingredienti che caratterizzano l’alimento)
- Peso (la quantità netta dell’alimento) La lettera
, dopo l’indicazione del peso, stà per “estimated quantity” (quantità stimata) e indica la differenza massima possibile tra la quantità di prodotto realmente presente nella confezione e quanto indicato.
- Conservazione (il termine minimo di conservazione o la data di scadenza)
- Uso (le condizioni particolari di conservazione e/o le condizioni d’impiego e le istruzioni per l’uso)
- Garante (il nome o la ragione sociale e l’indirizzo dell’operatore del settore alimentare responsabile delle informazioni sugli alimenti)
- Provenienza (il Paese d’origine o il luogo di provenienza)
- Filiera (la partita, o il lotto, di produzione che permette di rintracciare il percorso seguito dal prodotto)
- Valori nutrizionali (la dichiarazione nutrizionale)

L’etichetta punto per punto
Vediamo insieme le domande punto per punto:
Che cos’è
La denominazione del prodotto: è il nome del prodotto e spesso coincide con la sua semplice descrizione: ad esempio ci dice che stiamo acquistando del caffè o dei biscotti.
Accanto al nome va riportato lo stato fisico del prodotto: è un’informazione che ci segnala che il prodotto è in un particolare stato fisico o ha subito un trattamento («in polvere», «ricongelato», «liofilizzato», «surgelato», «concentrato», «affumicato» «decongelato»).
Tornando all’esempio del caffè, specifica che il caffè è liofilizzato.


Cosa contiene
L’elenco degli ingredienti: è l’elenco di tutte le sostanze che compongono l’alimento in ordine decrescente di peso. Dal primo – che è quello presente in quantità maggiore- all’ultimo. In etichetta devono essere riportate tutte le sostanze presenti nel prodotto finito, comprese quelle in piccolissima quantità, come ad esempio gli aromi, gli additivi e gli enzimi alimentari.
L’elenco degli ingredienti oltre ad informarci sul contenuto del prodotto, ci dà una prima indicazione sulla sua qualità: ad esempio dovendo scegliere tra due tavolette di cioccolato, la migliore sarà quella che in etichetta riporta al primo posto il cacao e non lo zucchero.


Come abbiamo già ricordato, sono state introdotte alcune novità per garantire maggiore informazione e trasparenza. Una di queste è l’obbligo di rendere ben visibile e facilmente leggibile qualsiasi ingrediente (additivi, aromi, coadiuvanti tecnologici…) che possa causare allergie, ipersensibilità o intolleranze alimentari. Queste sostanze, definite allergeni, in etichetta sono indicate con un carattere più grande o di colore diverso.


Quali sono gli allergeni?
• Cereali contenenti glutine: grano, segale, orzo, avena, farro
• Crostacei e prodotti a base di crostacei
• Uova e prodotti a base di uova
• Pesce e prodotti a base di pesce
• Arachidi e prodotti a base di arachidi
• Soia e prodotti a base di soia
• Latte e prodotti a base di latte
• Frutta a guscio: mandorle, nocciole, noci,noci di acagiù, noci di pecan, noci del Brasile,pistacchi, noci macadamia e i loro prodotti
• Sedano e prodotti a base di sedano
• Senape e prodotti a base di senape
• Semi di sesamo e prodotti a base di semi di sesamo
• Anidride solforosa e solfiti
• Lupini e prodotti a base di lupini
• Molluschi e prodotti a base di molluschi
Per oli e grassi, invece, deve essere indicata anche l’origine specifica (ad es. olio di palma, olio di cocco, grassi idrogenati ecc.) e nel caso di miscele di oli sarà utilizzata la dicitura in proporzione variabile accompagnata dall’elenco dei vari oli che compongono la miscela (es. olio di palma, olio di cocco, grassi idrogenati ecc.) Anche in questo caso leggere gli ingredienti, ci aiuta a valutare meglio la qualità: tra due prodotti da forno quello che contiene olio extravergine di oliva sarà migliore di quello fatto con miscele di oli.
Un altro dettaglio utile è la segnalazione della quantità di determinato ingrediente (QUID) che caratterizza il prodotto: ad esempio sull’etichetta di una torta alla crema di limone, andrà riportato in che percentuale è presente: crema di limone torta allo yogurt (34%).
Da sapere, infine, che per alcune categorie di prodotti non è obbligatorio segnalare gli ingredienti:
non li troveremo ad esempio sugli orto frutticoli freschi o quelli composti da un solo ingrediente come lo zucchero e il sale.


Per concludere il tema degli ingredienti, ecco un breve approfondimento sugli aromi.
Sono sostanze presenti in molti alimenti e generalmente sono usati per migliorare le caratteristiche sensoriali (odore, sapore) di un prodotto e renderlo più sfizioso, o per fare sì che un prodotto destinato ad essere consumato magari dopo molti mesi (ad esempio un risotto liofilizzato) mantenga un aroma “invitante”.
Gli aromi possono essere naturali o artificiali. I primi sono estratti da piante o animali e in etichetta vengono riportati come “aromi naturali”. Quelli “artificiali”, indicati genericamente come “aromi”, sono creati in laboratorio per imitare le sostanze naturali, o possono essere creati apposta (cioè non esistono in natura) per dare un determinato aroma all’alimento.
In generale è bene ricordare che qualsiasi sostanza, naturale o di sintesi, se consumata in eccesso può fare male: anche il tè verde o la cumarina, pur essendo naturali, in quantità eccessiva possono risultare tossiche.
Le Autorità scientifiche controllano e verificano gli aromi usati nell’industria alimentare. In Europa è l’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) che ne supervisiona la sicurezza e periodicamente aggiorna gli elenchi di quelli consentiti.
Una particolare attenzione va riservata agli aromi di affumicatura: essendo ricavati dal fumo, infatti, potrebbero contenere idrocarburi policiclici aromatici, considerati composti cancerogeni. Possono essere usati in piccolissima quantità e il loro uso è regolato da una specifica normativa.
In generale, comunque, soprattutto per chi consuma spesso alimenti pronti, è una buona regola verificare sull’etichetta la presenza di aromi.


Quant’è
La quantità netta: indica la quantità netta dell’alimento che stiamo acquistando. Generalmente è espressa in chilogrammi o litri (e le loro frazioni) a seconda che il prodotto sia solido o liquido. L’indicazione non è obbligatoria per alcuni alimenti che possono essere venduti “a pezzo”, mentre nel caso di prodotti solidi contenuti in un liquido (ad esempio i sottaceti) va indicato anche il peso sgocciolato.
Poiché le dimensioni della confezione possono trarre in inganno il consiglio, in questo caso, è quello controllare il peso netto o quello sgocciolato: ci aiuterà a sapere quanto costa il prodotto per unità di misura.


Quanto dura?
La conservabilità di un alimento: indica la data o il periodo entro il quale l’alimento si può consumare. Per i prodotti molto deperibili – come ad esempio il latte, è indicata la data di scadenza (“da consumare entro il…”) che rappresenta il limite oltre il quale il prodotto non può essere consumato perché potrebbe essere rischioso per la salute. Sugli alimenti che possono essere conservati più a lungo (ad esempio dei biscotti) troviamo invece il termine minimo di conservazione (“da consumare preferibilmente entro il…”) che indica che oltre alla data indicata, il prodotto può aver modificato alcune caratteristiche – come ad esempio il sapore o l’odore, ma può essere consumato senza rischi per la salute.
Conoscere la data di scadenza e il termine minimo di conservazione ci permette di programmare gli acquisti in base ai nostri consumi reali e quindi di evitare inutili sprechi.


Come si conserva e come si utilizza
La modalità di conservazione e di utilizzazione: sono segnalate quando l’alimento richiede condizioni particolari di conservazione e/o d’uso e permettono di utilizzare e mantenere correttamente il prodotto dopo l’apertura della confezione. Ad esempio potremo trovare scritta la frase: “dopo l’apertura conservare in frigorifero e consumare entro tre giorni”.
Come la data di scadenza e il termine minimo di conservazione, anche queste informazioni nell’aiutarci a conservare e utilizzare correttamente gli alimenti, sono importanti strumenti per prevenire lo spreco di alimenti.


Chi garantisce che è tutto vero
Il responsabile delle informazioni sugli alimenti: è l’operatore del settore alimentare responsabile delle informazioni presenti sull’etichetta, e deve garantire la presenza e l’esattezza di tutte le indicazioni. Sull’etichetta troveremo il suo nome o la ragione sociale (con l’indirizzo per esteso) con cui è commercializzato il prodotto.
Da dove viene
Il paese d’origine o il luogo di provenienza: sono entrambe informazioni che ci indicano da dove viene un prodotto. Il Paese di origine segnala il Paese in cui è stato realizzato il prodotto o è avvenuta la fase di produzione più importante, mentre la seconda indica semplicemente il luogo da cui proviene l’alimento.
In generale l’indicazione è obbligatoria quando sul prodotto compaiono informazioni che potrebbero far pensare che l’alimento abbia un’origine diversa da quella reale. Andrà indicato se sono presenti simboli (bandiere, tricolore…) che fanno pensare, ad esempio, ad un prodotto italiano ma che in realtà è stato realizzato in un altro Stato: un ragù alla bolognese prodotto in Germania dovrà riportare in etichetta l’indicazione dell’origine.
L’indicazione è invece sempre obbligatoria per tutte le carni (fresche, refrigerate, congelate) il pesce, la frutta e la verdura, il miele e l’olio extravergine di oliva.
L’origine e la provenienza di ciò che mangiamo, sono importanti indicatori di qualità: lo stesso alimento prodotto in Paesi diversi, può avere caratteristiche e qualità anche molto differenti.
Prosciutto italiano, maiale tedesco, allevato in Olanda, macellato in Romania…che confusione!
Per garantire maggiore trasparenza e una più completa informazione al consumatore, la Comunità Europea ha introdotto una sperimentazione che fino al 2021 impone l’obbligo di riportare sulle confezioni dei salumi il luogo in cui è nato, cresciuto e macellato l’animale (Paese di nascita, Paese di allevamento, Paese di macellazione).
Se le tre fasi avvengono nello stesso luogo, troveremo scritto semplicemente il nome del Paese in cui sono avvenute tutte le fasi produttive (“Origine: nome del Paese”); ad esempio la dicitura “100% italiano” su una confezione di prosciutto ci garantisce che siamo di fronte a un prodotto nazionale.
Se la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri, europei o extra europea, sull’etichetta andranno segnalate tutte le diverse origini. In questo caso l’indicazione dell’origine può apparire come “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”.
Come tracciare il prodotto
Il lotto di produzione o partita: è un codice formato da numeri e lettere che indica l’insieme di tutte le confezioni di un determinato alimento, prodotte, fabbricate e confezionate in circostanze praticamente identiche. È un’indicazione molto importante per la tutela e la sicurezza dei consumatori perché consente la tracciabilità dell’alimento, cioè di seguire il suo percorso “dal campo alla tavola”. In caso di problemi l’indicazione del lotto permette una rapida identificazione di prodotti pericolosi o potenzialmente pericolosi dal punto di vista sanitario, in modo da poter intervenire immediatamente con azioni correttive, come il ritiro o il richiamo dal mercato.
Sull’etichetta dovrà comparire anche la sede e l’indirizzo dello stabilimento di produzione e, se diverso, di confezionamento: anche questa è un’indicazione utile per la rintracciabilità dell’alimento e per la corretta e completa informazione dei consumatori.



Quali sono le sue caratteristiche nutrizionali:
L’etichetta nutrizionale: fornisce indicazioni sul contenuto calorico e nutritivo dell’alimento; le informazioni di base che devono comparire sono:
- Il valore energetico (riportato in chilojoule (kJ) e in chilocalorie (kcal) per 100 gr/ml di prodotto o per singola porzione).
- Grassi (grammi)
- Acidi grassi saturi (grammi)
- Carboidrati (grammi)
- Zuccheri (grammi)
- Proteine (grammi)
- Sale (grammi)
E’ un‘indicazione molto importante perché ci permette di valutare un prodotto, confrontarlo con un altro e, soprattutto, perché ci aiuta a capire se un alimento è adatto alle nostre esigenze dietetiche.
Molto spesso oltre a fornire le informazioni necessarie, l’etichetta nutrizionale riporta tante altre indicazioni facoltative, utili a fare scelte informate e adatte alle nostre necessità: un esempio di queste informazioni, spesso presente sulle confezioni, è l’indicazione espressa in percentuale del contenuto calorico e nutritivo dell’alimento. Il dato spiega che 100gr/ml (o una porzione) di quell’alimento, coprono per una determinata percentuale il fabbisogno quotidiano di quella sostanza. Ma le indicazioni che collegano il prodotto ai suoi ingredienti in termini di salute, sono molte e regolate da apposita normativa, e vista la loro importanza gli dedicheremo un approfondimento.
Se nel prodotto è presente più dello 0,9% di ingrediente geneticamente c’è l’obbligo di indicarlo in etichetta. Per i prodotti animali non c’è invece obbligo di segnalare che sono stati alimentati con colture transgeniche”.

SCOPRI DI PIÙ SU SALUTE E INGREDIENTI
Perchè leggere le etichette alimentari?
Per scegliere il prodotto migliore
Leggere le etichette ti aiuta a scegliere il prodotto migliore. Puoi confrontare un prodotto con l’altro, comprenderne le caratteristiche nutrizionali, la quantità e la qualità degli ingredienti. Puoi scoprire da dove viene prodotto e quanta strada ha fatto per raggiungere la tua casa. Il prodotto migliore è, in genere, quello che ti garantisce il meglio, rispetta la tua salute e l’ambiente.
Per scegliere il prodotto più adatto a te
Non è proprio vero che un prodotto è uguale all’altro. Ognuno ti offre qualcosa di diverso, al di là delle promesse pubblicitarie dove ogni prodotto sembra sempre “perfetto”. Approfondire l’etichetta ti permette di capire se nel prodotto c’è quello che stai cercando, quello che fa bene alla tua salute e in quale misura.
Anche se non hai problemi di linea, sappiamo ad esempio che i grassi e gli zuccheri appesantiscono il tuo organismo e che, se presi in eccesso, possono contribuire a sviluppare malattie. Sappiamo ad esempio che il sale in eccesso è un nemico della pressione e causa ritenzione idrica. Sappiamo che i conservanti, i coloranti, gli additivi e ogni altro complente artificiale rendono il prodotto meno genuino e salutare.
Per scegliere il prodotto più sostenibile.
Meno chilometri percorre il prodotto, meno impatta sull’ambiente. Leggi l’etichetta per sapere da dove proviene. E leggila anche per sapere se viene dal nostro Paese, che ha standard qualitativi elevati e prodotti che tutto il mondo ci invidia. Il prodotto più sostenibile poi non è solo quello che rispetta l’ambiente, ma anche quello che rispetta i lavoratori, la loro dignità, i loro diritti. E rispetta anche i territori dove viene prodotto, senza sfruttarli ma offrendo loro crescita e benessere. Accanto all’etichetta potrai trovare la presenza di certificazioni di qualità che ti aiuteranno ulteriormente nella scelta del prodotto.
Per evitare rischi alla salute
È sempre importante sapere cosa c’è nel prodotto che andrai a consumare. Lo è ancora di più se hai qualche allergia o se soffri di intolleranze alimentari. La presenza di una sostanza inaspettata, anche in forma residuale, potrebbe provocarti delle reazioni di diversa intensità e gravità al tuo organismo.
Leggi con attenzione le etichette e scopri tutte le sostanze presenti che potrebbero mettere a rischio la tua salute. Le etichette dei prodotti alimentari ti aiutano anche a conoscere le caratteristiche nutrizionali di ciò che compri, orientandoti nella scelta della dieta alimentare più adatta a te, al tuo stile di vita e alla tua salute. Una pratica importante, quella di nutrirsi in modo informato e consapevole, che può essere utile a qualunque età.
Per evitare inganni o truffe
Il mercato è pieno di aziende virtuose, attente alla salute dei cittadini e alla soddisfazione dei propri clienti. Ma, allo stesso modo, ci sono anche molte imprese che si comportano ai limiti della legge o sfruttano normative a volte troppo generiche che lasciano ampia discrezionalità agli operatori del mercato. Per questo è molto importante non fermarsi a quanto racconta la pubblicità, la confezione del prodotto, i colori e le grafiche accattivanti sulle scatole o gli “strilli” promozionali stampati a caratteri cubitali. Guarda l’etichetta e verifica che quella che è anche e soprattutto una formula pubblicitaria, capace di attirare l’attenzione e influenzare la scelta di molti consumatori, corrisponde anche alla verità del prodotto. Può essere un po’ faticoso, soprattutto all’inizio, “perdere” tempo a leggere le etichette alimentari, spesso scritte in piccolo, ma una volta presa l’abitudine scoprirai un nuovo modo di fare la spesa a cui non potrai più fare a meno.